Le reazioni
anafilattiche generalizzate sono manifestazioni cliniche
che si verificano a carico di organi ed apparati a distanza dalle sede
di penetrazione dell’antigene e possono portare a shock anafilattico e
morte.
La gravità delle reazioni anafilattiche generalizzate dipende dalla carica
antigenica, dalla sensibilità individuale all’allergene e dalla via di
somministrazione.
Generalmente l’anafilassi da iniezione parenterale è
la forma più grave e quella che pone a maggior rischio di vita il
paziente.
Si possono però avere quadri di shock anafilattico ad
evoluzione fatale anche in seguito alle altre forme di penetrazione
dell’antigene.
I mediatori chimici più significativi nello sviluppo dell’anafilassi
sono:
l'istamina
che legandosi ai recettori h6 ed h1 determina
broncospamo, vasodilatazione ed ipotensione e legando gli H3 inibisce
il tono adrenergico riducendo o addirittura abolendo il feed back
riflesso all’ipotensione;
I leucotrieni
con aumento permeabilità
vascolare e contrazione muscolatura liscia polmonare.
Le manifestazioni cliniche dell'anafilassi compaiono in breve tempo (anche pochi
secondi dopo l’esposizione) e raggiungono l’acme nel giro di due ore.
Inizialmente si hanno dei sintomi
premonitori quali sensazione di
calore cutaneo, ansia e sensazione di pericolo imminente ai quali fanno
seguito sintomi a carico di cute, apparato respiratorio,
cardiovascolare, digerente e SNC variamente associati tra loro che
vengono distinti in sintomi
precoci consistenti in disfonia, stridore
laringeo, raucedine, senso di soffocamento, tachicardia, nausea,
vomito, disfagia, cefalea e vertigini, rash cutanei, orticaria
angioedema e sintomi
conclamati consistenti in manifestazioni cutanee
di diffuse di tipo orticariode con prurito intenso, rash del volto,
edema peri orbitale, congiuntivite, sudorazione profusa, asma con
rantoli espiratori udibili ad orecchio, aritmie, ipotensione, shock,
crampi e dolori addominali con vomito e diarrea, edema della lingua e
dell’orofaringe con scialorrea, letargia, convulsioni, coma.
In base al tipo di manifestazioni che si presentano si distinguono 5
stadi di gravità delle reazioni anafilattiche (secondo Mueller):
Stadio
0: reazione cutanea locale
Stadio
1: sintomi generali e reazione cutanea
Stadio
2: sintomi generali e reazione cutanea con ipotensione
tachicardia e
sintomi gastro intestinali
Stadio
3: sintomi generali e reazione cutanea con ipotensione
tachicardia e
sintomi gastro intestinali più broncospamo
Stadio
4: arresto cardio respiratorio.
Oltre a sostanze introdotte per via parenterale possono determinare
shock anafilattico a mezzo reazioni IgE mediate veleno di imenotteri,
pollini, alimenti, e farmaci vari.
Le reazioni anafilattiche vanno distinte dalle reazioni anafilattoidi,
ad espressione clinica praticamente identica, che sono mediati da
meccanismi non IgE mediati ma mediati dal complemento, mediati dal
metabolismo dell’acido arachidonico (FANS), conseguenti a liberazione
diretta dei
granuli mastocitari (es. oppiacei e mezzi di contrasto) o a cause
fisiche
(anafilassi da sforzo).
In realtà la distinzione in emergenza non è così significativa.
In ogni caso sia in
presenza di anafilassi che reazione anafilattoide si procede
immediatamente a somministrazione repentina di adrenalina ed
ossigeno,
a ripristino della volemia, correzione dell’ipotensione e del bronco
spasmo e terapia antinfiammatoria (antistaminici e cortisonici).
Risolta l’emergenza si procede all’identificazione della causa per
l’eliminazione della stessa, quando possibile, o in alternativa per la
prevenzione
di nuovi episodi.